LA STORIA DI BAIA

Baia è situata nel comprensorio dei Campi Flegrei ovvero Ardenti (dal latino phlegrāea e dal greco phlégra = che arde) poiché tutta l'area rappresenta la caldera dell'omonimo vulcano nato circa 15000 anni fa durante l'eruzione del Tufo giallo napoletano (dal nome del deposito di ceneri che si depositò sulle zone attigue) e il cui cratere è rappresentato dall'attuale golfo di Pozzuoli. Tale evento però, si verificò all'interno di un altro cratere molto più grande i cui resti costituiscono l'attuale golfo di Napoli, ossia l'eruzione dell'Ignimbrite campana avvenuta circa 39000 anni fa.

Per comprendere meglio la storia di Baia, si deve lavorare un po' di immaginazione e tornare indietro nel tempo di circa 2.400 anni, quando l’attuale porto era in larga parte occupato dalla terraferma ed ai suoi lati, i promontori di Punta dell'Epitaffio e di Punta del Castello, si chiudevano in un abbraccio formando un bacino, il lacus baianum. Successivamente su questo istmo fu praticata un'apertura al centro costruendo un canale largo 32 metri e lungo più di 200 che dava sull'attuale golfo di Pozzuoli.

Da questa piccola baia di origine vulcanica prese il nome la località. La leggenda invece vuole che derivi da Bajos, timoniere e compagno di Ulisse morto e sepolto in questa zona.


I primi insediamenti abitativi nacquero nel III secolo a.C. e raggiunsero il massimo splendore nel I sec. a.C., quando non si riuscivano più a distinguere i confini di Baia da quelli di Bauli (l’antica Bacoli) e di Puteoli (Pozzuoli). Le villae, rispecchiando la ricchezza ed il grado sociale dei rispettivi proprietari, avevano un aspetto maestoso, finemente rifinite e dotate quasi tutte di peschiere o piscine per l’allevamento delle murene: vera prelibatezza culinaria a quell’epoca.

Al termine della Repubblica, Baia (soprannominata "la piccola Roma") fu eletta residenza estiva degli imperatori romani e ciò contribuì ad accrescere la grandiosità ed il lusso delle proprie costruzioni.

Il luogo emanava un fascino intenso con la lussureggiante vegetazione che dal mare s’inerpicava fin sopra la collina. Da quel podio naturale si ammirava un panorama d’ineguagliabile bellezza.

Lo stesso Orazio (65 a.C.- 8 d.C.), grande poeta lirico e satirico latino, come si legge sulla lapide all’ingresso del viale d’accesso, scrive "Nullus in orbe sinus Baiis praelucet amoenis": nulla al mondo splende più dell’ameno golfo di Baia.

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